Potatura: gli errori da non commettere con la motosega

La potatura, spesso, viene vista come un intervento più efficace se eseguito in maniera più drastica e profonda. Impugnare la motosega e spogliare un albero, invece, non è sempre la cosa più corretta da fare: vediamo quali sono gli errori da non commettere quando potiamo le nostre piante.

Motosega: si, no e come

Che siano giovani, adulti o senescenti, sugli alberi vanno sicuramente potati i rami secchi quando si trovano vicino a strade, scuole, case o altri edifici che potrebbero essere messi a rischio da eventuali cadute.

La potatura degli alberi ornamentali è mirata a migliorare l’aspetto estetico e a rendere l’albero più sicuro, eliminando e contenendo la formazione di rami pericolosi. Per gli alberi da frutto, invece, si pota per aumentare la produzione e rendere la raccolta più agevole. Per ogni potatura, però, non è indicato utilizzare sempre e solo la motosega, bensì preferire un seghetto manuale, più preciso e meno rischioso per chi la usa.

L’uso della motosega è indicato solo per il taglio di grossi rami, ma sempre e comunque indossando dispositivi di sicurezza e protezioni antitaglio. Strumento potente ed efficace, la motosega rappresenta un rischio potenzialmente elevato qualora non si sappia adoperare adeguatamente. Va sempre impugnata saldamente con due mani, evitando di usarla da soli, specialmente se in zone isolate, avendo cura di tenerne in perfette condizioni i componenti e di riporla con le adeguate coperture di protezione subito dopo l’uso.

Potatura e capitozzatura

È opinione comune che la migliore maniera di potare una pianta sia fare tagli di grosse dimensioni, senza risparmiare l’uso della motosega, ed eliminare il più possibile la massa fogliare: questa è la capitozzatura, una pratica vietata e sanzionata in svariate parti d’Europa, purtroppo molto diffusa invece in Italia.

Si crede, erroneamente, che capitozzare un albero aiuti a rafforzarne la struttura, oltre a renderlo meno ingombrante e a ridurre lo “sporco” prodotto dalle foglie cadute.

Arborist_action_motosega - saabrt

Fare tabula rasa con la motosega, però, espone l’albero a vari problemi:

  • agenti patogeni: i tagli violenti e di grosse dimensioni rendono l’albero facile preda di funghi lignivori che ne provocano il marciume e ne aumentano col tempo il rischio di rotture e cadute;
  • stabilità: anziché illudersi che la riduzione estrema della chioma alleggerisca l’albero, bisogna sapere che la pianta tenta fin da subito di ricreare la ramificazione perduta, facendo però rinascere (troppo in fretta) rami precari e distraendo le forze dalla struttura alla base;
  • aspettativa di vita: altro falso mito da sfatare è che un albero tagliato troppo e troppo spesso viva di più, mentre accade l’esatto contrario;
  • costi e benefici: più si taglia e più bisognerà intervenire – a caro costo – sulle nuove chiome che, facilmente, presenteranno difetti strutturali. Altrettanto probabilmente, la pianta perderà il suo valore estetico e riuscirà molto meno ad offrire ombra e fresco.

La giusta potatura

Il buon senso vince sempre e l’esperienza è altrettanto utile. Pertanto, prima di impugnare una motosega e fare inutilmente a pezzi un povero albero, è buona prassi rivolgersi a un arboricoltore per apprendere quali sono le metodologie di potatura più adatte al nostro specifico tipo di pianta ornamentale.

Bisogna, infatti, capire l’età del nostro albero, in che stato è e come agire nello specifico, senza escludere la sostituzione in caso di compromissione incontrovertibile. Bisogna, inoltre, conoscere le reazioni che un albero avrà a seguito della potatura, il portamento tipico di ogni pianta, la resistenza delle branche alle sollecitazioni di vento e neve.

Una potatura a coda di leone, ovvero eliminare quasi totalmente i rami lungo le branche più importanti e lasciare solo la vegetazione agli apici, causa un forte stress energetico all’albero e problemi alla stabilità delle branche poiché, nel tempo, il peso apicale – soprattutto in caso di vento o neve – apporterà una leva eccessiva, anche fino al cedimento della branca.

Eliminare il verde interno alla chioma, invece, “azzera il futuro” della pianta stessa. Gli alberi adulti, infatti, tendono a ridurre la propria dimensione abbandonando le parte più lontane dal fusto e concentrando le energie sui i rami più interni.

Tagli poco netti e puliti, spesso legati a un uso scorretto della motosega o a urti accidentali su tronco e rami, possono compromettere la stabilità sul lungo periodo e, come già detto, prestare il fianco all’attacco di funghi. I tagli sui rami lunghi, poi, devono essere fatti senza rischiare una spaccatura prima del taglio completo ed evitare scosciature molto dannose: tagliare sempre al di là dei rami da conservare, rispettando il collare e non lasciando monconi che impediscono un’adeguata compartimentazione della ferita.

Le età e la potatura

Un albero giovane va potato per “allevamento”, cercando di ottenere una chioma capace di svilupparsi nel tempo senza problematiche strutturali, considerando bene anche il luogo in cui l’albero crescerà: un albero che cresce in strada, ad esempio, va potato fin da giovane dei rami bassi in modo da farlo crescere in alto senza dare in futuro problemi ai passanti.

Per aumentarne la stabilità bisogna, in generale, evitare di lasciare:

  • rami troppo ravvicinati e a contatto tra loro;
  • più rami dominanti sulla stessa verticale;
  • forcelle a V con corteccia inclusa, inserzioni non abbastanza solide e problematiche nella crescita.

Per un albero adulto va fatta maggior attenzione a portamento e resistenza, valutando i fattori ambientali: in una zona dove nevica spesso, ad esempio, è bene diradare le superfici per evitare un grosso accumulo nevoso. È altrettanto utile contenere la lunghezza delle branche per evitare leve eccessive che potrebbero portare a cedimenti.

Gli alberi senescenti, infine, comportano una potatura molto più complessa in quanto l’albero “anziano” ha meno energie per conservare la propria dimensione e, al contempo, fronteggiare parassiti e compromissioni fisiologiche e strutturali. Gli alberi, dopo molti anni di vita, tendono ad abbandonare le parti più esterne per conservare una dimensione sì ridotta ma più sana. Per questo bisogna potare “con il bisturi” anziché con la motosega, ponderando attentamente ogni intervento ed evitando accuratamente quelli che, se errati, potrebbero portare anche alla morte della pianta.

Per gli alberi di questa età, quindi, bisogna:

  • conservare la chioma esistente;
  • ridurre eventualmente le dimensioni ma gradualmente negli anni;
  • verificare difetti strutturali degli alberi più grandi per evitare cedimenti di fusto e branche.

L’ultimo punto è particolarmente importante per gli alberi vicini a strade ed edifici, sui quali si può intervenire anche con l’applicazione di cavi per il consolidamento arboreo, senza eseguire potature eccessive.

Potare in sicurezza

Oltre alla sicurezza degli alberi da potare è molto importante pensare alla sicurezza di chi pota, limitando gli interventi “amatoriali” alle piante più piccole, evitando di arrampicarsi con scale o funi sugli alti fusti.

In ogni caso, è fondamentale usare dispositivi di sicurezza come caschetti e, soprattutto se si usa la motosega, occhiali, guanti e indumenti antitaglio.

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