Il caldo estivo, per gli amanti del giardino e dei bei prati, impone un’esigenza tanto importante quanto imprescindibile: un impianto di irrigazione efficiente e affidabile.
L’estate, infatti, è la stagione migliore per godersi i frutti dei lavori effettuati sui nostri giardini, ma anche quella in cui il caldo può fare danni pesanti alla prima distrazione. Senza dimenticare il problema di chi parte per le vacanze e non riesce ad affidare l’amato prato e le amate piante alle cure di qualcuno. Vediamo, allora, le varie tipologie di impianti di irrigazione, come realizzarli, e qual è il migliore in base al nostro giardino.
IRRIGAZIONE: DIVERSI IMPIANTI PER DIVERSE ESIGENZE
Esistono vari impianti di irrigazione, ognuno adatto a diverse esigenze: bisogna partire, dunque, dall’analisi di cosa dobbiamo irrigare, della sua metratura e della sua composizione.
Per gli amanti della verdura a chilometro zero o delle piante a fusto, cioè per chi ha piccoli orticelli o angoli di giardino dove sono nate piante e fiori, la soluzione più indicata è l’impianto di irrigazione a goccia.
Nel caso invece di piccoli o grandi prati è preferibile l’impianto di irrigazione a pioggia: un sistema generalmente interrato e dedicato all’innaffiatura uniforme e più ampia. In questo articolo andremo ad analizzare tutti i passaggi per installarne uno.
COME REALIZZARE UN IMPIANTO DI IRRIGAZIONE A PIOGGIA
Come ogni impianto, anche quello di irrigazione necessita di un buon progetto iniziale. Avremo bisogno, per costruire il nostro impianto di irrigazione, di svolgere le seguenti operazioni preliminari:
- Misurare la grandezza del nostro giardino e realizzare una simulazione “su carta”;
- Valutare portata e pressione dell’acqua degli irrigatori pop up che vogliamo installare;
- Valutare il getto degli irrigatori: ne esistono tipologie che emettono acqua a diversa gittata e ampiezza fino a 360°;
- Posizionare gli irrigatori sul nostro progetto, partendo dagli angoli, prevedendone tanti quanti ne servano per coprire ogni punto del prato in modo uniforme;
- Suggerimento utile: simulare il getto di ogni irrigatore con un compasso, posizionando getti a 360° al centro per coprire più superficie con meno irrigatori.
Il cuore del nostro impianto di irrigazione sarà una centralina automatizzata: sarà lei, infatti, a prendersi cura del nostro giardino quando saremo lontani da casa.
Investendo su una centralina di buona qualità, potremmo ottenere i seguenti vantaggi:
- stabilire l’orario di inizio e fine dell’innaffiamento;
- risparmiare acqua preziosa;
- ridurre tempi e sforzi di lavoro manuale.
L’installazione dell’impianto di irrigazione e la realizzazione delle tracce sono, certamente, le fasi più impegnative dell’intero progetto. Dovremo, infatti, scavare sul terreno delle tracce per il passaggio di tubi in polietilene: un materiale che consente un facile taglio e una semplice realizzazione delle parti curve.
Le tracce dovranno avere una profondità massima di 30 centimetri: niente di troppo invasivo ma sarebbe meglio eseguire prima della realizzazione del manto erboso. Al contrario, se l’erba è già seminata e cresciuta, è indicato usare una vanga per effettuare sezioni ben precise e rovinare meno prato possibile. Se effettuiamo precisamente la fase di rimozione, riusciremo a tagliare unicamente i pezzi di prato necessari, così da accantonarli con cura e poterli riposizionare facilmente dopo la posa dell’impianto di irrigazione.
Dopo aver posizionato correttamente tutta la rete di tubature nelle tracce, è la volta di posizionare gli irrigatori sui punti stabiliti dal progetto preliminare, avendo cura che emergano fuori dal terreno solo di pochi centimetri.
Come scegliere gli irrigatori più adatti? Ancora una volta, bisogna partire dalle analisi delle nostre esigenze. Per giardini piccoli, possiamo ricorrere a irrigatori statici, mentre per i giardini più grandi possiamo scegliere gli irrigatori turbodinamici.
Entrambi prevedono che la pressione dell’acqua, al momento dell’attivazione dell’impianto, faccia uscire la punta dell’irrigatore dal terreno, permettendogli di alzarsi automaticamente dalla sua sede per emettere il getto d’acqua e di rientrare a fine irrigazione.
I modelli statici, però, hanno genericamente una gettata ridotta. I modelli dinamici, invece, presentano un meccanismo a turbina all’interno che, grazie a un sistema di ingranaggi e pistoni, fa ruotare la testina dell’irrigatore, ampliando di conseguenza il getto.
NON INNAFFIARE FUORI DAL PRATO
Se posizionati correttamente, gli irrigatori rientreranno perfettamente sotto il manto erboso una volta finito il proprio lavoro, senza farci rischiare di inciampare o di essere travolti dal passaggio di persone o di ruote di sedie e sdraio.
Bisogna, però, fare molta attenzione che il getto previsto dagli irrigatori sia ben indirizzato, senza finire fuori dal prato, per non creare pozzanghere fastidiose su vialetti o cortili in battuto. O, ancora peggio, finire per allagare mobili, finestre, pareti o apparecchiature elettriche.
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